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FAQ

Esistono delle soglie minime di immesso sul mercato per rientrare nella normativa RAEE?

No, non esistono delle soglie minime. Chi produce o importa anche pochi chilogrammi (o pezzi) all’anno di AEE è tenuto a adempiere ai medesimi obblighi dei grandi produttori; tuttavia, essendo i costi in parte proporzionali alle quantità effettivamente immesse sul mercato, con il Consorzio RLG, la spesa necessaria per essere in regola e non incorrere in pesanti sanzioni è assai contenuta.
È possibile verificare se un’azienda concorrente sia in regola con la normativa RAEE?

Si, i dati del Registro AEE, gestito dalle Camere di Commercio, sono pubblici e chiunque può verificare all’indirizzo web http://www.registroaee.it se un’azienda è iscritta al Registro AEE. Inoltre, il numero di registrazione deve essere riportato sulle fatture di vendita e quindi sia i clienti diretti che i rivenditori possono immediatamente verificare se il loro fornitore è in regola con la normativa RAEE.
Chi importa AEE solo da altri paesi UE è tenuto ad iscriversi al Registro AEE?

Si. Sebbene si tratti di una Direttiva Europea, la normativa viene recepita separatamente in ciascuna nazione della UE. È quindi indifferente che le AEE provengano da paesi UE o extra-UE, perché comunque è necessario iscriversi in ciascun paese in cui si opera.
Gli assemblatori e rivenditori di computer sono produttori di AEE?

Si. I computer assemblati sono prodotti finiti a tutti gli effetti e possono essere commercializzati solo se ne è chiaramente identificabile, mediante un marchio, il produttore (l’assemblatore, in questo caso).
Quando le AEE diventano RAEE?

Le apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), inclusi tutti i componenti ed i materiali di consumo che sono parte integrante del prodotto, sono considerate rifiuti (RAEE) nel momento in cui si assume la decisione di disfarsene.
Chi non vende i propri prodotti ad utenti privati ma solo a rivenditori può essere considerato un produttore di AEE professionali?

No necessariamente, perché la distinzione tra domestico e professionale non dipende dalla natura dell'acquirente. La distinzione tra RAEE domestici e professionali è individuata in base alla provenienza del rifiuto e a criteri di analogia, non in base al canale di vendita del produttore/importatore.

Un importatore di computer, che vanno indifferentemente sia nelle case dei privati che nelle aziende, è un produttore di AEE domestiche o di AEE professionali?

Le apparecchiature dual-use, cioè indifferentemente utilizzate sia in ambito domestico che professionale, devono essere dichiarate dal produttore al 100% come AEE domestiche. Solo le apparecchiature che sono state specificatamente costruite per un uso professionale possono essere dichiarate come professionali.
I produttori di AEE professionali possono ritirare presso di sé i RAEE dei propri clienti?

No, a meno che il produttore non sia autorizzato al trasporto e stoccaggio di rifiuti di terzi. Si ricorda che i RAEE sono rifiuti a tutti gli effetti, in molti casi rifiuti anche pericolosi. Il ritiro come «usato» o «in conto riparazione» è sempre possibile ma non deve trattarsi di una chiara elusione delle normative generali sui rifiuti.
Esistono obblighi particolari se le apparecchiature importate contengono al loro interno pile o accumulatori?

Assolutamente sì. Una normativa analoga (d.lgs. 188/08) a quella RAEE è in vigore per tutte le aziende che producono e/o importano pile e/o accumulatori, anche quando già inclusi nelle apparecchiature.
Esistono obblighi particolari per chi esporta in altri paesi UE?

Assolutamente sì. L’obbligo è in vigore singolarmente per ciascun paese UE. Essere iscritti al Registro AEE italiano non esime dall’iscriversi ai registri dei paesi in cui si esporta.
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